Ho sentito il Sindaco dire che il Piano triennale delle opere pubbliche (POP) sarebbe un piano “snello”, con risorse economiche di 61 milioni di euro in tre anni perché i tempi sarebbero difficili. Nel 2025 saranno a disposizione circa 29 milioni di euro, di cui ben 12 milioni e mezzo per gli interventi per la messa in sicurezza del territorio dopo l’alluvione del settembre scorso. Ho sentito i consiglieri di maggioranza (De Bernardis in particolare) applaudire alle opere di “prevenzione”, come fossero frutto di particolare oculatezza.
Le mie impressioni sul POP sono decisamente diverse, la prima impressione è che il piano opere pubbliche non sia snello ma povero, salvo che per qualche opera dai prezzi sbalorditivi, la seconda riflessione riguarda invece proprio le opere di “prevenzione”, oggi assolutamente doverose ma assolutamente in colpevole ritardo.
Ho parlato di prezzi sbalorditivi per le poche opere importanti previste. Gli esempi che faccio sono la palestra di Santa Lucia di Via Grataroli, che costa ben 780.000 euro per la progettazione e addirittura 6 milioni di euro per la costruzione, che si giustificherebbero solo per la costruzione di un palazzetto dello sport, e gli spazi esterni della Gamec che costano ulteriori 2.000.000 di euro. In realtà fa addirittura molta più impressione il lungo elenco delle opere che non hanno finanziamento e che non possono essere messe immediatamente in agenda. Sono finite le vacche grasse degli scorsi anni e questo mette in evidenza come in passato si sia scialacquato su opere selezionate più sulla base dell’apparenza che delle urgenze. O come si siano mal gestiti i fondi pubblici, arrivando a spese abnormi in rapporto all’opera, come ad esempio nel caso del Campo Utili. Per non parlare dei costi sempre più lievitati e delle perdite collegate dell’operazione Palazzetto dello sport, cominciato come grande novità a costo zero in Chorus Life e finito ad essere progettato e previsto con notevoli fondi comunali sui resti del Palacreberg malauguratamente abbattuto. Ricordo poi due classici dello spreco mal digeriti dai cittadini, per primo il famoso nodo di Pontesecco con le famose rotatorie costate milioni e non risolutive, i famosi birilli a 65.000 euro annui e le odiose code di auto che continuano a tormentare i pendolari. Per secondo ricordo la staccionata di Piazzale Alpini, da 800.000 euro, si tratta di un vero scempio in un ampio giardino dedicato agli Alpini, con un monumento amato ed importante oggi completamente svilito.
Filippo Bianchi
Consigliere comunale di Bergamo
Gruppo consiliare Fratelli d’Italia